Valeria Beolchini, Tusculum
II. Tuscolo. Una roccaforte dinastica a controllo della valle latina.
Fonti storiche e dati archeologici, L’Erma di Bretschneider
2006, RECENSIONE di Francesca Zagari
Nei secoli centrali del medioevo, la città di Tuscolo fu così
potente da contendere a Roma l’egemonia sulla regione, grazie anche
alla sua posizione strategica di controllo della Valle Latina. Agli studiosi
del medioevo Tuscolo è nota come sede eponima della consorteria
aristocratica che egemonizzò il papato nella prima metà
dell’XI secolo. Inoltre, a Gregorio, esponente di tale casata, si
deve l’ospitalità di san Nilo da Rossano, uno dei più
noti e prestigiosi esponenti del monachesimo italo-greco, e la donazione
della terra dove lo stesso santo diede inizio alla costruzione della celebre
abbazia di Grottaferrata (1004).
La metà dell’XI secolo può essere considerata il naturale
spartiacque nella storia della città medievale, quando il casato
tuscolano, cacciato da Roma, fu costretto a riorganizzare localmente i
propri interessi, raggiungendo il massimo splendore nei primi due terzi
del XII secolo. Nel 1191, la città venne definitivamente distrutta
ad opera dei Romani.
La recente monografia ha il merito di essere un primo approccio alla storia
materiale della città, coniugando un’accurata ricerca storica
a i primi dati archeologici relativi all’antico centro monumentale
di età romana ed al promontorio a sud di questo, a metà
costa rispetto alla sottostante Valle Latina.
Dal 1994, gli scavi sono condotti nell’area ad opera degli archeologi
spagnoli del Progetto “Tusculum”, coordinati dall’Escuela
Española de Historia y Arqueología en Roma-CSIC. Tra
i maggiori risultati di tale attività di ricerca si citano, relativamente
al medioevo, la scoperta dell’area di stoccaggio delle riserve alimentari
del casato nell’antico centro monumentale romano ed il rinvenimento
di una chiesa, per la quale viene proposta l’identificazione con
Sant’Agata, il monastero in cui fu ospitato e morì san Nilo.
Francesca Zagari
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