Piombinara: IX e X campagna
di scavo.
Il 22 novembre come di consuetudine, a seguire la chiusura delle campagne
di scavo sul castello di Piombinara i responsabili della Missione Archeologica
di Piombinara (Museo Archeologico del territorio Toleriense di Colleferro
e Cooperativa il Betilo)in collaborazione con l'Assessorato alla Cultura
del Comune di Colleferro e la Soprintendenza ai Beni Archeologici del
Lazio, hanno relazionato sulle nuove ed importanti scoperte che hanno
caratterizzato la IX e X campagna del 2008.
L'area indagata a maggio come prosecuzione verso sud del saggio II ha
portato alla scoperta di un grande muro perimetrale appartenente al cassero,
ancora ben conservato in altezza, tanto da permettere di vedere per poco
meno della metà i resti di portale d'accesso nord al complesso,
delimitato da stipiti di tufo. Il portale mostrava chiari segni di riutilizzo
a finestra, con la chiusura postuma di buona parte della sua luce. Un
elemento sicuramente in fase con questo riutilizzo sono tre contrafforti
in muratura, perpendicolari alla cinta del cassero, che ne salvaguardavano
la stabilità, e che insieme ad una struttura parallela, andarono
a delimitare un grande spazio ad uso non abitativo, entro il quale sono
state rinvenute stratigrafie di abbandono estremamente interessanti al
fine di ricostruire le vicende storiche del castello; in particolare,
un grosso strato di bruciato, relativo molto probabilmente ad un incendio
di grosse dimensioni che interessò quell'area. Potrebbe trattarsi
dell'incendio connesso alla distruzione del 1431, opera delle soldatesche
di ventura al soldo dei Colonna. I numerosissimi materiali rinvenuti in
questo livello, per lo più maioliche, ad un primo esame autoptico
sembrerebbero confermare questo dato cronologico.
Ancor più importante quanto emerso dal terzo saggio di scavo. Qui,
una volta rimossi i grandi resti murari del crollo della torre, fatta
saltare in aria nel 1934, per motivi di sicurezza, si è potuta
rilevare la presenza di due edifici contigui, uno dei quali sicuramente
identificabile con la chiesa castellana. Uno dei due ambienti, di notevoli
dimensioni, posto accanto alla porta d'accesso sud del castello, conservava
ancora perfettamente la pavimentazione in lastre di tufo, pavimentazione
che continuava anche oltre uno dei muri perimetrali ed era in asse con
la porta sud del Castello.
Il secondo edificio, parallelo è stato parzialmente scavato, ma
al suo interno sono state raccolti un buon numero di frammenti di affresco.
La posizione di quest'ultimo edificio, corrisponde ad una struttura identificata,
in una pianta del castello del 1903, come chiesa che sfruttava uno dei
salienti della cinta muraria come abside. Ad una ripulitura delle piante
infestanti è risultato che questo saliente conservava all'interno
chiare tracce d'intonaco, inoltre su uno degli angoli era stato ricavato
un pilastro di base di un arco, ancora in parte conservato. Sul pilastro
entro una piccola nicchia quadrangolare, si conservava, sul fondo, il
contorno di un affresco, raffigurante forse un volatile, entro una cornice
di colore rosso.
Nel corso della presentazione è stato annunciato che nella primavera
del 2009, probabilmente in occasione della Settimana della Cultura, verrà
presentato il primo volume delle ricerche sul Castello di Piombinara,
finanziato dalla Regione Lazio e dalla Provincia di Roma.
Infine il Direttore dello Stabilimento dell'Italcementi di Colleferro,
partner ufficiale della Missione archeologica, ha ribadito l'impegno della
Società a sostenere per i prossimi cinque anni le indagini di scavo
e preannunciato anche la disponibilità dei laboratori di ricerca
di questa grande industria al fine di ottenere un prodotto a basso costo
utile al restauro delle strutture murarie in tufo, utilizzando il castello
di Piombinara come test di sperimentazione.
Angelo Luttazzi (Direttore Museo Archeologico del Territorio Toleriense
di Colleferro
Tiziano Cinti, Mauro Lo Castro (cooperativa archeologica "Il Betilo")
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