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IL MONDO ANIMALE NELL’ARTE MEDIEVALE IN CAMPANIA. Sculture e decorazioni tra secoli X e XIII, 15 dicembre 2006-15 gennaio 2007, Museo Diocesano “San Matteo”, Salerno.

 

Ministero per i beni e le attività culturali, Soprintendenza per i B.A.P.P.S.A.E., Gruppo Archeologico Salernitano di Salerno e Avellino

Il percorso storico - iconografico che emerge dalla mostra, da una parte presenta le sculture e le decorazioni attraverso immagini fotografiche, dall’altra cerca di offrire una chiave di lettura della simbologia del mondo animale nell’età medievale. A tal fine, per i testi e le miniature abbiamo tratto ispirazione da alcuni famosi bestiari: De rerum naturis o De universo di Rabano Mauro, IX sec., (codice Cassinese 132 ); il Physiologus (in lingua greca e latina) del II - III sec. d.C.; il manoscritto dei Taccuini di Villard De Honnecourt, redatto tra il 1220 e il 1240 e conservato a Parigi. Quest’Autore, in particolare, nel resoconto dei suoi viaggi, accanto ad annotazioni di architettura e a schemi di composizione in cui la figura è trattata geometricamente, inserisce spesso la riproduzione “libera” di alcuni animali, con un’acutezza di osservazione che fa pensare alla pittura rinascimentale.
L’insistente riproduzione nell’iconografia medievale di taluni esseri rispetto ad altri rendeva necessaria anche un’analisi del loro significato simbolico, argomento senz’altro complesso, ma troppo intrigante per non tentarne una disamina. All’inizio ci siamo posti il problema di come affrontare lo studio dei simboli, pensando che la migliore soluzione sarebbe stata quella di entrare a diretto contatto con le immagini. L’idea di proiettarci nel passato, come in una sorta di macchina del tempo, avrebbe potuto aiutarci a percepire cosa poteva provare il fedele medievale, che non sapeva leggere, nell’ascoltare i predicatori spiegare il significato delle immagini presenti nella sua cattedrale. Sculture, capitelli, statue, pitture, decorazioni musive e vetrate davano corpo alle fantasie dell’immaginario collettivo del tempo, illustravano gli aspetti della vita quotidiana, ma testimoniavano anche la lotta tra il Bene e il Male.
Come non ricordare che in un’epoca caratterizzata dal duro confronto tra Papato e Impero, quella tra la fine dell’XI e l’inizio del XII secolo, il ruolo delle immagini era determinante per indicare ai fedeli la via della verità contro il male, cioè contro il peccato di ribellione alla Chiesa. Sensazioni e messaggi sicuramente difficili da cogliere, in quanto oggi si sono perse le chiavi di lettura per decifrare i simboli nei loro veri significati. Pertanto, come un uomo del Medioevo faticherebbe ad orientarsi nella selva di segni da cui è caratterizzata la nostra realtà moderna, così si sono incontrate grandi difficoltà di fronte alle immagini medievali, delle quali, senza una guida interpretativa certa, si rischiava di cogliere soltanto il significante, vale dire l’aspetto superficiale, la lettera.
Anche le maggiori informazioni fornite dai testi di storia dell’arte sono state ricavate da analisi comparative con fonti scritte, illuminanti nel chiarire il rapporto segreto che collega una forma al suo significato. In conseguenza di questo, l’ipotesi di fondo da cui siamo partiti per progettare la mostra è stata che, nel pensiero medievale, ogni oggetto era considerato come la raffigurazione di qualcosa che gli corrispondeva su un piano più elevato e ne diventava, così, il simbolo. Il simbolismo era universale e il pensare era una continua scoperta di significati nascosti. Ma il mondo nascosto era anche un mondo sacro. Sulla base di queste considerazioni, si è cercato di fornire alcune interpretazioni coerenti e comprensibili delle immagini.
La mostra è strutturata in quattro sezioni: animali della terra, dell’acqua, dell’aria e creature fantastiche. Si è pensato che questa ripartizione potesse aiutare il visitatore a seguire un corretto iter di lettura.


Stimolante è parsa la cernita di alcuni animali e creature fantastiche dalla simbologia complessa, perché mutevole in rapporto al modo in cui essi sono stati rappresentati nelle varie cattedrali.
In accordo con il Comitato scientifico si è compiuta una scelta di misurato equilibrio fra immagine e commento, attribuendo “minore” importanza all’aspetto simbolico per privilegiare l’apparato iconografico. In questa logica espositiva la visita della mostra può trovare un riscontro diretto per una valutazione basata sul confronto tra fotografie e testi.
Come esempio, si provi ad analizzare le schede del leone e della sirena (ma la scelta potrebbe cadere su tutti gli altri pannelli). Il primo, il leone, è un segno potentemente solare. Ha a che fare con l’oro, “sole sotterraneo”. Il colore della criniera e del pelo ed il fatto che abiti in Paesi bruciati dal sole ne fanno il prototipo dell’animale solare. Nello Zodiaco, rappresenta Luglio, mese dell’estate, della luce e della canicola. Secondo il mito, nella perduta età dell’oro, il leone si accompagnava al coniglio, con cui viveva in perfetta armonia. Re degli animali, è anche l’animale dei re, tanto è vero che spesso è raffigurato nell’atto di accompagnarsi a Salomone, re d’Israele, o alla Vergine, regina del cielo. Il richiamo a Salomone riveste un particolare significato simbolico: questi è il re saggio per eccellenza, che ha riunito sotto il suo potere sovrano le dodici tribù d’Israele. Ebbene, queste ultime compaiono talora in forma di cuccioli di leoni alla destra e alla sinistra del suo trono. Nelle cattedrali della Campania i leoni di pietra sono spesso collocati, all’esterno, in alto e ai lati dei portali d’ingresso e, all’interno, nelle sculture che ornano gli amboni, dove è predicata la Parola di Dio.
La seconda, la sirena, è la più celebre e la più rappresentata tra le creature fantastiche. Essa è un ibrido di donna e di pesce, le cui origini si ricollegano ai Tritoni della mitologia greca. Il suo busto è alquanto seducente, con seni prominenti; il resto del corpo si allunga in una coda di pesce, singola o doppia. Questo essere dal corpo flessuoso e dalla capigliatura fluente simboleggia tutte le seduzioni femminili e le tentazioni demoniache che queste ispirano. Attraverso le loro melodie incantatrici, le sirene attiravano i naviganti, portandoli a sicura rovina. In Campania le troviamo scolpite nei capitelli delle colonne che sorreggono gli amboni delle maggiori cattedrali romaniche, a memento del male e del peccato che sono sempre in agguato sotto forme seducenti.

La mostra s’inaugura venerdì 15 dicembre alle ore 17.30 al Museo Diocesano “San Matteo”, e resterà aperta fino al 15 gennaio 2007, con i seguenti orari: dalle ore 9,00 alle ore 13,00 (giorni feriali) / ore15,00 – ore 19,00 (giorni festivi)

Inform per prenotazioni alla mostra per visite guidate (gratuite) a gruppi e scolaresche:
Gruppo Archeologico Salernitano e Soprintendenza per i B.A.P.P.S.A.E. di Salerno e Avellino - tel/fax – segreteria 089/337331 – 089/239126 (museo) – 089/2573218 (Soprintendenza) – cell.ri 338/1902507 – 329/0761908 – 320/8676400

L’INGRESSO E’ LIBERO.


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