I numeri. Anticomoderno, IV (1999), Roma, Viella, 1999 La sezione monografica del quarto quaderno di Anticomoderno sceglie un tema che, seppure rivalutato dalla letteratura critica degli ultimi anni, può essere ancora definito desueto per gli studi letterari. Risulta perciò particolarmente interessante la raccolta di saggi offerti da questo fascicolo, nel quale i numeri, componente fondamentale nella storia della civiltà dalle epoche più antiche, vengono analizzati nelle diverse valenze che sembrano assumere nella tradizione letteraria. Possono essere considerate quasi un'introduzione alla delicata questione del "significato" dei numeri le considerazioni di P. Cherchi poste in apertura di volume (Isopsefi e profezia). Esempi di interpretazione numerologica sono invece proposti da M. Perugi, Numerologia mariana in due antecedenti del Petrarca: il canzoniere di Guiraut Riquier e la canzone a Maria di Lanfranco Cigala e D. Billy, Le nombre dans la tenson des troubadours. Se su Petrarca si soffermano le considerazioni di L. Marcozzi, Numeri di Petrarca: il dodici, all'esegesi dantesca riconducono i saggi di G. Brugnoli, Criptografie dantesche in forma d'acrostico giubilare, A. Punzi, Centro e centri della "Commedia" e, nonostante la dubbia paternità dell'opera, C. Vela, Per la misura del "Detto d'amore". Problemi di calcolo sono invece evidenziati da A. P. Fuksas in espressioni proverbiali della letteratura antico francese nel contributo Problemi di calcolo proverbiale. Per le lettere medievali si ricordano i contributi della sezione miscellanea: A. Barbieri, Lo specchio liquido e il passaggio paradossale: l'avventura della sorgente meravigliosa nell'Yvain di Chrétien de Troyes; G. Peron, Il "conselh" di Guilhem Figueria a Federico II (BdT 217, 4) e G. Borriero, Considerazioni sulla tradizione manoscritta della tenzone di Dante con Forese. Teresa Nocita |
|