I commenti di Jacopo Alighieri, Jacopo della Lana e Boccaccio alla «Divina Commedia» di Dante e il Dartmouth Dante Project (Comunicazione tenuta alla 19a Conferenza annuale dell'American Association Italian Sudies, Eugene, Oregon, 15-17 Aprile 1999) 1. Perché i commenti a Dante e il Dartmouth Dante Project Per entrare subito in argomento voglio precisare che senza Internet e l'attuale sviluppo tecnologico non sarebbe stato possibile per me trattare questo argomento.Ne spiego i motivi. Vivo in una piccola cittadina dell'Italia meridionale, lontano dai grandi centri di elaborazione e diffusione della cultura, lontano dalle grandi biblioteche, con la conseguente impossibilità di consultazione di testi. Senza Internet una ricerca sui commenti di Dante sarebbe stata impossibile. Ma sarebbe stata impossibile anche senza il Dartmouth Dante Project [d'ora in poi siglato DDP], che è uno strumento indispensabile per la conoscenza dei commenti alla Divina Commedia. Federico Sanguineti, nell'articolo Annata dantesca, comparso in «Belfagor» anno XLIV, n. 3 (13 maggio 1989), p. 292, riferiva: «le più vigorose ventate giungono, anche qui di nuovo, dagli Stati Uniti; pensiamo al Dartmouth Dante Project, concepito nel giugno 1982 da Robert Hollander, già annunciato al XII Congresso dell'AISLLI dell'85». Il Dartmouth Dante Project contiene circa 60 commenti alla Divina Commedia di Dante composti negli ultimi 670 anni. Inizia col commento di Jacopo Alighieri del 1322 e finisce col recente commento di Pasquini-Quaglio. I circa 60 commenti comprendono un numero di pagine di testo calcolato tra 100.000 e 200.000. 14 nuovi commenti sono in fase di preparazione. La sua importanza consiste nella possibilità di accesso a commenti che non sono fruibili nemmeno presso importanti biblioteche. Il principale centro di sviluppo di questo progetto è il Dartmouth College, con la collaborazione, sia finanziaria che di équipe, della Princenton University.Nel febbraio 1993 il governo federale degli USA ha finanziato il progetto con circa 500.000 dollari, a cui si sono aggiunte altre risorse per altri 500.000 dollari da parte del Dartmouth College, della Princenton University, della Società Dantesca degli Stati Uniti, della fondazione Mellow, della Digital Equipment, dell'Apple Computer, dell'A&T Foundation, della David e Lucille Pakard Foundation.Nell'ottobre del 1988, quando il database fu aperto alle consultazioni pubbliche, erano accessibili 18 commenti. Ci si può collegare via telnet al server del Dartmouth Dante Project e al prompt digitare connect dante. Il testo adottato della Divina Commedia è quello dell'edizione di Giorgio Petrocchi (Dante Alighieri, La Divina Commedia secondo l'antica vulgata, a cura di Giorgio Petrocchi, Edizione Nazionale della Società Dantesca Italiana, Firenze, Casa Editrice Le Lettere, 1994). I commenti fino al Boccaccio sono: - Jacopo Alighieri+ [jacopo], 1322 - Anonymus Lombardus, 1322 [soltanto il Purgatorio] - Graziolo Bombaglioli+ [grazioli], 1324 - Jacopo della Lana [lana], 1324-38 - Guido da Pisa+ [guido], 1327-28 - L'Ottimo commento [ottimo], 1333 - Anonimo selmiano+, 1337 - Pietro di Dante [pietro1], 1340-41 - Pietro di Dante* [pietro2], 1344-55 - Pietro di Dante* [pietro3], 1359-64 - Codice cassinese [cassinese], 1350-75 [?] - Giovanni Boccaccio+, 1373-75. (Col segno + sono indicati i commenti del solo Inferno o di parte di esso, col segno * le opere parzialmente pubblicate). Recentemente anche il team della Società Dantesca Italiana, diretta dal prof. Francesco Mazzoni, ha cominciato a pubblicare alcuni commenti con l'aiuto di attrezzature donate dall'IBM. 2. Jacopo Alighieri Jacopo Alighieri, figlio di Dante, nato sicuramente prima del 1300 e morto forse a Firenze nel 1348, fu bandito da Firenze nel 1315 assieme al padre e poté ritornare in patria alla fine del 1322; l'11 ottobre 1325 ottenne la riabilitazione.Accanto alle chiose dell'Inferno scrisse anche un'epitome in versi della Commedia (1322). Jacopo aveva seguito passo passo il nascere, lo svilupparsi e il compimento del grande poema.Secondo Francesco Mazzoni, che ha curato la voce Alighieri, Jacopo per l'Enciclopedia dantesca, «[.] intento divulgativo ed esplicativo, ma insieme altrettanto impegno innovatore (si badi bene che siamo all'inizio della secolare tradizione esegetica) mostrano le Chiose (in volgare) alla prima cantica, composte intorno al 1322 - se Graziolo Bambaglioli poteva usufruire nel suo commento di poco posteriore -: si tratta di una serie di postille all'Inferno, condotte in chiave allegorica col preciso intento di dimostrare parte del suo profondo e autentico intendimento».Nel Proemio Jacopo espone l'allegoria fondamentale della Commedia in piena coincidenza con l'Epistola a Cangrande.Ma nello scendere, canto per canto, all'analisi particolare, egli non riesce più a cogliere dall'interno il significato concreto della fictio, della rappresentazione: l'immagine dà avvio a uno sterile, astratto allegorismo, sovrapposto alla lettera della poesia, anche laddove non è manifestamente in causa un sovrasenso; i personaggi, anziché concreti e realistici exempla di un ordine esistenziale, sono considerati altrettante «personificazioni allegoriche di categorie concettuali. Il che è quanto a dire che la Commedia è letta più guardando alla tradizione dei poemi allegorici mediolatini e romanzi che all'oggettivo superamento di quelle esperienze (primo il Roman de la rose)» compiuto da Dante col suo realismo e con la sua poetica.Le Chiose di Jacopo Alighieri del DDP sono costituite da 944 documenti così distribuiti: 1-277 Chiose di Jacopo Alighieri all'Inferno 278 informazioni intorno al commentatore 278-944 passi dei commentatori della Divina Commedia che hanno utilizzato o citato le Chiose di Jacopo Alighieri, cioè: 278-284 Lana (1324-28) 285-294 Ottimo (1333) 295 Selmiano (1337) 296-297 Cassinese (1350-75 [?]) 298-301 Benvenuto (1380) 302-341 Fiorentino (1400) 342-345 Guiniforto (1440) 345-347 Castelvetro (1570) 348-356 Venturi (1732) 357 Lombardi (1791-92) 358-403 Portirelli (1804-05) 404-410 Costa (1819-21) 411-421 Rossetti (1826-27) 422-436 Tommaseo (1837) [ed. del 1865] 437-441 Andreoli (1856) 442-449 Longfellow (1867) 450-482 Siena (1867) 483-484 Bianchi (1868) 485-566 Scartazzini (1882-82 [2a ed.1900]) 567-692 Campi (1888-93) 693-723 Berthier (1892-97) 724-756 Poletto (1894) 757-760 Oelsner (1899) 761-767 Tozer (1901) 768 Ruskin (1903) 769-781 Carrol (1904) 782-789 Grandgent (1909-13) 790 Mestica (1921-22) 791-799 Steiner (1921) 800 Vandelli (1929) 801-802 Grabher (1934-36) 803-804 Trucchi (1936) 805-822 Pietrobono (1946) [1924-30] 823-837 Momigliano (1946-51) 838-847 Porena (1946-48) 848-850 Sapegno (1955-57) 851-854 Mattalia (1960) 855-863 Chimenz (1962) 864-894 Fallani (1965) 895-903 Padoan (1967) 904-912 Giacalone (1968) 913-931 Singleton (1970-75) 932-943 Bosco-Reggio (1979) 944 Pasquini-Quaglio (1982) Per l'edizione elettronica è stato utilizzato il testo Chiose alla Cantica dell'«Inferno» di Dante Alighieri scritte da Iacopo Alighieri, pubblicate per la prima volta in corretta lezione con riscontri e facsimili di codici, e precedute da una indagine critica per cura di Jarro (Giulio Piccin), Firenze, Bemporad e figlio, 1915.- Editor: Margherita Frankel Data entry: KDEM Load Date: Feb. 8, 1989 Il Doc. 3 si articola in tre screen: screen 1: tratta dei quattro stili (tragedia, commedia, satira ['riprensione'], elegia), che già Dante aveva accennato nell'Epistola a Cangrande della Scala screen 2: parla della divisione del poema in Inferno, Purgatorio e Paradiso. Le Chiose terminano, come ho detto, col Doc. 277, relativo a Inf. 34 139: «È così dimostrata la prima viziosa infernale qualità in quella da quinci innanzi secondamente procede, che è tra lei e le stelle. Compiute le Chiose di Dante sopra la prima parte dell'Inferno ovvero cantica, o comedia, fatte per Iacopo di Dante sido [suo?] Figliuolo, Amen Amen» L'ultima edizione delle Chiose all'Inferno fu pubblicata nel 1990 a Padova a cura di Saverio Bellomo. 3. Jacopo della Lana Jacopo della Lana (1290 circa - 1365 circa), nato forse a Firenze, ma vissuto a Bologna, è da annoverare tra i primi se non il primo commentatore dotto della Divina Commedia. Nelle sue osservazioni, cioè nel suo commento, si avverte la sua vasta cultura, che gli deriva dalla illustre tradizione bolognese dei chiosatori e glossatori (specialmente del diritto romano, vedi Irnerio). Francesco Mazzoni, redattore della voce Iacopo della Lana per l'Enciclopedia dantesca scrive: «fu il primo che (tra il 1324 e il 1328), dopo le iniziali esperienze di Iacopo Alighieri e Graziolo Bambaglioli, limitate alla prima cantica, abbia diffusamente chiosato l'intero poema, dando così fondamento alla secolare esegesi. Con Iacopo della Lana l'esegesi del poema s'incontra infatti con la cultura accademica e scolastica: il poema viene considerato innanzitutto un'opera dottrinale, un'enciclopedia didascalica da esporre e illustrare. La chiosa si fa analitica, suscettibile di allargamenti più in superficie che in profondità; ciò che interessa è prevalentemente la dottrina che si presume sia oggettivamente racchiusa nella lettera: sì che spesso la chiosa si viene determinando e sviluppando all'esterno dell'occasione offerta dal testo, e finisce per non cogliere o per tradire [...] la genuina fisionomia e intenzione, mentre il discorso del commentatore si snoda nel complesso in modo frammentario, in lezioni e questioni autonome, tipiche di un'enciclopedia didascalica o di una Summa dottrinale». Un'innovazione del commento di Jacopo della Lana sono i proemi ai vari canti, non presenti nei commenti o chiose di Jacopo Alighieri e di Graziolo. «I proemi man mano che procede il lavoro si fanno sempre più ampi e meglio organizzati, sino a raggiungere, nel Purgatorio e nel Paradiso, dimensioni soverchianti rispetto al commento puntuale [...] e rappresentano uno tra i più importanti sforzi che siano stati mai compiuti per giungere a un inquadramento dottrinale della materia contenuta nel poema». Lo Schmitz-Knatz, nell'opera D.A., La Commedia col commento di Iacopo della Lana dal codice Francofortese Arci-beta, Francoforte sul Meno 1939, tenendo in considerazione le 124 citazioni dei padri della Chiesa o le 380 allegazioni da S. Tommaso, affermò che «il Lana ha fissato in modo definitivo e una volta per tutte il fondamento teologico-filosofico della Commedia». Accanto a questa dottrina si nota in Jacopo una certa sensibilità di lettore, che poi dimostrerà sul finire del secolo Benvenuto da Imola. Un altro elemento assai interessante ai fini di tratteggiare un profilo di Jacopo è il suo impegno politico, il coincidere del suo pensiero, della sua ideologia con quella più volte espressa e documentata, nel corso del poema e altrove, dall'Alighieri. C'è una pressoché totale adesione, da parte del commentatore, alle posizioni dantesche, in qualche caso addirittura «scavalcate» in senso più apertamente ghibellino e antiierocratico: esempio tipico di queste posizioni la chiosa al canto VI del Paradiso, che ben al di là della materiale esposizione del testo fornisce la misura di una personale, sentita partecipazione. Notevole inoltre il fatto che il Lana sia il primo ad inserire nel commento brani copiosi del Monarchia, anche se sfugge all'autore la possibilità di trarre dal trattato latino non soltanto punte polemiche, ma elementi precisi e significanti per un'ermeneutica globale della Commedia, come avverrà invece nel Commentarium di Pietro. I documenti del commento di Jacopo della Lana del DDP sono 5512, così distribuiti: 1 informazioni su Jacopo della Lana (1324-28) 2-1284 Inferno 1285-2562 Purgatorio 2563-4352 Paradiso 4353-5512 passi dei commentatori che hanno utilizzato o citato il commento di Jacopo della Lana 4353-4355 Guido (1327-28) 4356-4361 Ottimo (1333) 4362-4364 Pietro1 (1340-41) 4365-4366 Boccaccio (1373-75) [ma 1374] 4367-4368 Benvenuto (1380) 4369-4371 Buti (1385-95) 4372-4375 Fiorentino (1400) 4376-4379 Serravalle (1416-17) 4380 Daniello (1568) 4381 Venturi (1732) 4382 Lombardi (1791-92) 4383-4418 Portirelli (1804-05) 4419-4422 Tomasseo (1837[ed. del 1865]) 4423-4425 Andreoli (1856) 4426 Longfellow (1867) 4427-4430 Siena (1867) 4431-4437 Bianchi (1868) 4438-4491 Scartazzini (1872-82[2° ed. 1900]) 4492-4616 Campi (1888-93) 4617-4628 Berthier (1892-97) 4629-4801 Poletto (1894) 4802-4803 Tozer (1901) 4804 Carrol (1904) 4804-4822 Torraca (1905) 4823-4825 Grandgent (1909-13) 4826-4832 Mestica (1921-22) 4833-5068 Casini (1921) 5069-5108 Steiner (1921) 5109-5110 Lungo (1926) 5111-5115 Vandelli (1929) 5116-5144 Grabher (1934-36) 5145-5197 Trucchi (1936) 5198-5214 Pietrobono (1946 [1924-30]) 6215-5221 Momigliano (1946-51) 5222-5225 Porena (1946-48) 5226-5339 Sapegno (1955-57) 5340-5380 Mattalia (1960) 5381-5389 Chimenz (1962) 5390-5413 Fallani (1965) 5414 Padoan (1967) 5415-5447 Giacalone (1968) 5548-5472 Singleton (1970-75) 5473-5510 Bosco-Reggio (1979) 5511-5512 Pasquini-Quaglio (1982) Testo usato per l'edizione elettronica: Comedia di Dante degli Allagherii, col commento di I. d. L. bolognese, nuovissima edizione della Regia Commissione per la Pubblicazione dei Testi di Lingua sopra iterati studi del suo socio L. Scaravelli, Bologna 1866-67. Editore: Margherita Frankel con la partecipazione di Robert Hollander Data Entry: KDEM Load Date: Feb. 8, 1989 Non si registrano edizioni recenti del Commento di Jacopo della Lana. Questo commento fu rifatto in latino dal contemporaneo giureconsulto bergamasco Alberico da Rosciate. 4. Giovanni Boccaccio Boccaccio (1313 - 1375) è il primo artista che scrive su Dante e segna, con la sua attività di dantista, un momento fondamentale e per vari aspetti unico nella fortuna di Dante. Il Boccaccio è, con i figli del poeta, il più notevole conoscitore per tutto il secolo XIV delle opere dantesche. Il De origine vita studiis et moribus viri clarissimi Dantis Aligerii florentini poetae illustris et de operibus compositis ab eodem (cioè il Trattatello in laude di Dante) è la prima e ancora insostituibile biografia di Dante, eccezion fatta per il capitoletto della Cronica del Villani (IX, 135) e per le scarse notizie registrate dai primissimi commentatori della Commedia e certamente con quella quattrocentesca del Bruni, la più importante. Fu inoltre copista ed «editore» della Comedia, che corredò di un argomento in terza rima per ciascuna cantica e di una breve rubrica riassuntiva in prosa per ogni canto. La sua lettura della Commedia è quella di un artista che illustra l'opera di un altro grande artista, ma non solo: è l'opera anche di un grande intellettuale del medioevo e di un profondo conoscitore della cultura latina. Nel giugno 1373 una petizione di alcuni cittadini ai priori delle arti e al gonfaloniere di giustizia richiese la pubblica lettura del «libro che volgarmente si chiama el Dante», da tenersi per un solo anno tutti i giorni tranne i festivi. Fu prescelto il più appassionato lettore e biografo dell'Alighieri, cioè Boccaccio. Lo stipendio fu pagato a partire dal 18 ottobre e la lettura iniziò domenica 23 nella Chiesa di santo Stefano in Badia. Tra il pubblico c'era anche Benvenuto da Imola, che di quelle lezioni si avvalse per il suo fortunato commento dantesco. Dopo una sessantina di lezioni (forse nel gennaio 1374) la lettura fu interrotta per una noiosa malattia , dalla quale il docente non si risollevò più. Il 21 dicembre 1375 il Boccaccio si spegneva a Certaldo senza aver ripreso più quelle letture. Le Esposizioni sopra la «Comedia» si fermano bruscamente ai primi versi del canto XVII dell'Inferno e conservano una caratteristica di opera ancora in fieri, di struttura affrettata e provvisoria, di raccolta di materiali con squilibri notevoli tra parte e parte e tra i primi canti, più ricchi ed elaborati, e gli ultimi, con appunti che proponevano vari mutamenti o che indicavano l'intenzione dello scrittore di trattare più ampiamente quell'argomento. Nel commento degli ultimi canti si avverte la stanchezza dello scrittore: la malattia stava avendo il sopravvento sull'intelligenza, l'operosità e la cultura del grande artista. Da notare la distinzione nel commento boccacciano tra esposizione letterale ed esposizione allegorica. Le spiegazioni spesso acute delle Esposizioni rendono queste il frutto più prezioso (anche se parziale) dell'esegesi trecentesca della Commedia. L'interpretazione allegorica del Boccaccio è ridotta pressochè esclusivamente alle significanze morali, che egli espone in lunghe recriminazioni di vizi. I documenti del DDP sul commento di Boccaccio a Dante sono 2581, così distribuiti: 1 10 screen con l'elenco di diversi codici ed edizioni a stampa della Commedia e l'indicazione di alcuni commenti (tra cui quello di Boccaccio) 2 screen 1: nota da L. Scarabelli, trovata alla conclusione del canto 9 dell'Inferno: «è notevole in questi antichi commenti le indifferenze sulla nazionalità e topografia italica, le quali pur si sentivano dall'Alighieri, dal Boccaccio e più ancora dal Petrarca» 3-4 ancora note dello Scarabelli 5 informazioni intorno a Boccaccio 6-908 commento ai canti 1-17 dell'Inferno (fino ai versi 16-17) 909-2581 passi dei comentatori della Commedia che hanno utilizzato o citato l'Esposizione sopra la Comedia di Dante 909-910 Fiorentino (1400) 911-924 Daniello (1568) 925-935 Castelvetro (1570) 936-952 Venturi (1732) 953-1026 Lombardi (1791-92) 1027-1040 Portirelli (1804-05) 1041-1043 Costa (1819-21) 1044-1087 Rossetti (1826-27) 1088-1149 Tommaseo (1837 [ed. del 1865]) 1150-1183 Andreoli (1856) 1184-1230 Longfellow (1867) 1231-1277 Siena (1867) 1278-1290 Bianchi (1868) 1291-1343 Scartazzini (1872-82 [2a ed. 1900]) 1344-1469 Campi (1888-93) 1470-1425 Berthier (1892-97) 1426-1673 Poletto (1894) 1674-1676 Olsner (1899) 1677-1694 Tozer (1901) 1695-1721 Carrol (1904) 1722-1770 Torraca (1905) 1771-1784 Grandgent (1909-13) 1785-1812 Mestica (1921-22[1909]) 1813-1835 Casini (1921) 1836-1861 Steiner (1921) 1862-1863 Lungo (1926) 1864-1870 Vandelli (1929) 1871-1893 Grabher (1934-36) 1894-1953 Trucchi (1936) 1954-1969 Pietrobono (1946[1924-30]) 1970-1976 Momigliano (1946-51) 1977-1984 Porena (1946-48) 1985-2118 Sapegno (1955-57) 2119-2211 Mattalia (1960) 2212-2229 Chimenz (1962) 2230-2280 Fallani (1965) 2281-2381 Padoan (1967) 2382-2421 Giacalone (1968) 2422-2490 Singleton (1970-75) 2491-2571 Bosco-Reggio (1979) 2572-2581 Pasquini-Quaglio (1982) Testo usato per l'edizione elettronica: Esposizione sopra la Comedia di Dante, a cura di Giorgio Padoan, vol. VI di Tutte le opere di Giovanni Boccaccio, a cura di Vittore Branca, Milano, Mondadori, 1965. Editor: Margherita Frankel Data Enty: KDEM Load Date: Mar. 12, 1999 5. Censimento e edizione dei commenti danteschi in Italia Nel 1998, tra gli altri progetti compresi nell'area Scienze dell'antichità, filologiche-letterarie e storico-artistiche, il MURST (Ministero dell'Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica) ha finanziato il Censimento e edizione dei commenti danteschi presentato dal coordinatore prof. Enrico Malato. Il finanziamento assegnato è di 243 milioni di lire. L'obbiettivo della ricerca è di realizzare una ricognizione esaustiva dei commenti fino a tutto il Cinquecento, selettiva per i secoli successivi. Il progetto è articolato in due momenti fondamentali, richiamati dallo stesso titolo della ricerca: · un accurato «censimento» dei manoscritti e delle stampe antiche contenenti commenti e chiose alla Commedia · una serie di rigorose «edizioni» dei commenti danteschi, organizzate secondo un piano editoriale che mira a realizzare, negli anni, un corpus organico, compiuto, filologicamente affidabile. Si tratta della prima iniziativa italiana di respiro internazionale, mirata ad un obiettivo certamente tanto ambizioso, quanto, ormai, urgente. La previsione che il «censimento» venga compiuto nell'arco di un paio d'anni è dovuta anche dalla consapevolezza di partire dalla solida base dei lavori di Paul Colombe de Batines (Bibliografia dantesca, Prato 1845-1848, con le successive Giunte e correzioni, Firenze 1888 [la terza parte contiene i commenti alla Commedia]) e di Marcella Roddewig (Die Goettliche Komedie. Vergleichende Bestand aufnahme der comedia-Handschriften, Stuttgart 1984). Le unità di ricerca sono: · Università degli Studi di Napoli «Federico II» · finanziamento 114 milioni · Università degli Studi di Venezia · finanziamento 10 milioni · Università degli Studi di Bologna · finanziamento 10 milioni · Università degli Studi di Roma tre · finanziamento 38 milioni · Università degli Studi di Firenze · finanziamento 2 milioni · Università degli Studi di Lecce · finanziamento 43 milioni · Università degli Studi di Messina · finanziamento 13 milioni Per concludere non si può non sottolineare l'importanza dei commenti alla Commedia al fine del reperimento delle notizie su Dante, sui personaggi della Commedia e per l'esegesi dell'opera e della soluzione dell'aspetto filologico (per la constitutio del testo attraverso l'utilizzazione della tradizione indiretta, mediante "la valutazione dei testi sussidiarid'analisi" 1). Gaetano Maruca |
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