Nicoletta Francovich Onesti, "Vestigia longobarde in Italia (568-774). Lessico e antroponimia", Artemide Edizioni, Roma, 1999, pp. 284 Gli studi pubblicati sulla lingua longobarda sono, soprattutto in Italia, spesso incompleti o datati, a partire dal classico e fondamentale studio di W. Bruckner, "Die Sprache der Longobarden", uscito nel 1895 e ristampato a Berlino nel 1969. Nicoletta Francovich Onesti, docente di Filologia Germanica alla Facoltà di Lettere dell'Università di Siena, ha colmato in buona parte questa lacuna con questo studio, che prende in esame le tracce linguistiche longobarde attestate nelle fonti scritte nell'arco di tempo compreso tra la discesa di Alboino in Italia (568) e la caduta del Regno Longobardo ad opera dei Franchi (774). L'arco cronologico prescelto, tuttavia, esclude quelle testimonianze che, soprattutto nella cosiddetta "Langobardia minor" - ovvero il troncone di Regno longobardo meridionale - continuarono anche successivamente. La motivazione addotta dalla studiosa per spiegare questa esclusione è che «il limite temporale della fine del Regnum permette di attenersi a materiali non influenzati dal successivo apporto linguistico franco e perciò più sicuri per la descrizione della situazione della lingua e dell'antroponimia propriamente longobarde». I materiali raccolti dalla Onesti sono di due categorie: termini del lessico comune (sostantivi, aggettivi, verbi e preposizioni) e materiale onomastico. Relativamente pochi sono invece i toponimi, ma non perché i Longobardi non lasciarono tracce del loro passaggio nei nomi di località, bensì in quanto denominazioni chiaramente ascrivibili all'influenza di questo popolo iniziarono ad imporsi nell'uso comune più tardi rispetto all'arco cronologico preso in considerazione. Partendo da un esame scrupoloso di tutte le fonti a disposizione, dai documenti pubblici e privati raccolti nel Codice Diplomatico Longobardo e in altre edizioni, alle leggi longobarde, dalle fonti storiografiche alle epigrafi e (per la prima volta dopo lo studio di M. G. Arcamone) ai graffiti del santuario di S. Michele sul Gargano, la Onesti nella prima parte elenca in ordine alfabetico tutti i termini longobardi di cui è giunta testimonianza scritta, fornendo di ciascuna parola il significato, gli eventuali composti e le varianti, la spiegazione glottologica e l'etimologia. Segue l'elenco dei temi e delle radici germaniche alla base delle voci longobarde, coi rispettivi termini da essi originati. Nella seconda parte si trova il repertorio dei nomi di personaggi antichi o semileggendari di cui è giunta testimonianza; per ciascun nome viene fornita una breve scheda biografica del personaggio e l'elencazione delle fonti nelle quali compare citato.Segue un repertorio degli elementi che compogono i vari antroponimi e l'elenco degli antroponimi di origine incerta e di non sicura interpretazione, con una puntuale classificazione dei medesimi a seconda dell'epoca d'uso. Chiude questo testo, davvero fondamentale, uno studio sugli ipocoristici. Elena Percivaldi |
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