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Presentati i risultati della XV e XVI campagna di scavo sul castello di Piombinara

La presentazione dei risultati delle campagne di scavo 2011, sul Castello di Piombinara, nel territorio del Comune di Colleferro che ogni anno, ha lo scopo di fare il quadro della situazione sul progetto di ricerca della Missione Archeologica, che sta lentamente riportando alla luce uno dei siti medievali più importanti del Lazio Meridionale, ha fatto risaltare novità di estremo interesse.


Innanzitutto l’intera area del castello è stata fatto oggetto di un’indagine geognostica a tappeto, eseguita con il georadar. Questa ha evidenziato la presenza di aree di abitazione e strutture difensive non rilevabili ad un esame autoptico e sconosciute dalle fonti antiche e moderne, tra tutti l’individuazione di quella che potrebbe essere la cinta muraria del castello primitivo o del monastero di S.Cecila, inglobata nel XIII secolo dal più grande recinto edificato da Riccardo Conti, fratello del papa Innocenzo III . L’indagine, comunque, consentirà una progettazione più puntuale degli interventi scavo per gli anni a venire.


Sono continuati gli interventi sulla necropoli, individuata nell’area della chiesa castellana, di cui sono state rinvenute 68 tombe a fossa terragna, con più di cento individui di varia età e sesso. In molte delle tombe scavate nel corso dell’anno 2011, gli inumati avevano un corredo-arredo personale che ha consentito di individuare almeno due fasi cronologiche; la prima risalente all’altomedioevo, con corredi costituiti per lo più da anelli ed orecchini di chiara derivazione da modelli tardoromani e bizantini. La seconda fase legata ad inumazioni localizzabili, quasi esclusivamente nella zona presbiteriale della chiesa, coeva alla costruzione del castello dei Conti Una indagine più approfondita sulle murature della chiesa ha permesso di rilevare una tessitura muraria alquanto incerta, costituita da blocchi e bozze di tufo di dimensioni variabili, disposti in file non regolari, con un discreto numero di elementi fittili di rincalzo, che la assimila ad altre strutture di culto del territorio come ad esempio la chiesa di S.Ilario Ad bivium costruita davanti la catacomba omonima, situata nel territorio del comune di Valmontone.


Dall’indagine delle fonti, si è pensato di identificare i resti di questa chiesa con quella di S. Nicola, citata nella Bolla del Papa Lucio III del 1182.
Della stessa chiesa di S.Maria ha parlato la restauratrice Gigliola Patrizi, in merito all’indervento di consolidamento di frammenti di affresco provenienti da un vano sotterraneo pertinente alla chiesa medievale, probabilmente databili al XIV secolo e pertinenti alla figura di una Madonna con Bambino.


Un lavoro lungo, paziente e delicato, dunque, che viene svolto di concerto tra Comune di Colleferro, Soprintendenza ai Beni Archeologici del Lazio, Museo archeologico del Territorio Toleriense, Coop. Il Betilo e scuole, con il supporto di sponsorizzazione della Italcementi, società attenta al recupero e al restauro di monumenti, testimonianze dirette della storia del nostro Paese da preservare nel tempo. Che ha aderito, ormai già dal 2005, alla richiesta dell’Amministrazione Comunale di Colleferro per il recupero e la valorizzazione del Castello di Piombinara a conferma anche dello stretto legame che la unisce al territorio in cui opera. Da quest’anno si è aggiunto un nuovo sponsor, la Flyren, grazie all’interessamento del Dr. Carlo Garuzzo. Questa sociètà opera nel territorio nel settore del fotovoltaico è già si è fatta promotrice di interventi di rilevazione del patrimonio archeologico del Comune di Colleferro. All’Ispettore della Soprintendenza per i Beni archeologici del Lazio Alessandro Betori, infine, è toccato il compito di terminare i lavori, tirando le conclusioni. “Quanto viene fatto qui a Colleferro è molto positivo”, ha detto parlando della collaborazione con le scuole. Betori ha anche sottolineato l’importanza di essere sempre più vicini per il progetto di fruizione e conoscenza dei reperti archeologici locali e la necessità, quindi, di riconsiderare il grado di collaborazione tra le istituzioni per offrire sempre migliore godimento del bene culturale ai cittadini. Portando il saluto della Soprintendente per i beni archeologici del Lazio Marina Sapelli, ha detto che la stessa plaude a quanto si sta facendo a Colleferro e all’impegno profuso nella cura del patrimonio di questo territorio.

 

Angelo Luttazzi

 

 

 

 

 


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