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INTRODUZIONE

In questa sezione archeologica collaboreranno giovani studiosi di formazione diversa, ora legata all'archeologia classica, ora prettamente medievistica: per sottolineare questa duplicità e renderla spunto d'arricchimento abbiamo pensato di dividere il nostro spazio in due sottosezioni, Archeologia della società medievale e Reimpiego e riutilizzo del materiale antico, sperando che da questa cooperazione possa scaturire un proficuo confronto su medesimi temi.

L'archeologia medievale in Italia è nata circa trent'anni fa dalla collaborazione tra studiosi con competenze diverse, che mal s'inquadravano nell'organizzazione scientifica tradizionale. Essi sentirono la necessità di una nuova disciplina nella quale poter mettere a frutto i propri studi per ricostruire la società medievale analizzando le testimonianze che ci sono pervenute. La connotazione interdiciplinare risulta quindi essere fondamentale fin dalle origini e, lungi dal costituire un ostacolo, ha consentito di superare da una parte una periodizzazione del Medioevo legata ai soli eventi politici e dall'altra l'idea che gli studi archeologici medievali dovessero percorrere un'unica strada metodologica. Avendo ben presente la validità dell'esperienza di quegli studiosi, cercheremo di seguire le medesime "linee guida" affrontando il Medioevo come un continuum storico-culturale basato sulle forme di produzione e di utilizzazione delle risorse.
Articoleremo la nostra analisi prendendo in esame gli aspetti della vita collettiva, la produzione e gli scambi, il paesaggio urbano e rurale.

D'altra parte il fenomeno degli spolia, già scelto per ricchezza di valenze semantiche ed implicazioni storico-culturali a denominare il sito nel suo complesso, verrà ora indagato nella più ristretta accezione archeologica. Manufatto antico fisicamente traslato in un nuovo contesto, ovvero citazione colta attuata mediante processi di riproduzione / imitazione, lo spolium è epressione autentica ed originale del mondo medievale. Ciononostante il fenomeno è rimasto per lungo tempo ai margini della ricerca scientifica, penalizzato da implicazioni interdisciplinari che troppo spesso lo hanno collocato in una sorta di "terra di nessuno" contesa tra medievalisti ed archeologi classici. Interessati i primi ai soli contesti di riutilizzo, naturalmente portati ad enucleare i materiali antichi dalle strutture medievali i secondi, quasi sempre è stato trascurato quel legame profondo ed insolubile tra "medievale" ed "antico" che è l'elemento configurante del reimpiego. Soltanto negli ultimi decenni il lavoro di insigni studiosi ha messo a punto efficaci metodi di ricerca, suggerendo approcci multidisciplinari ed individuando all'interno del fenomeno articolazioni complesse. Roma è per antonomasia la città degli spolia: per secoli ha rifornito di materiali antichi il mondo medievale procurando a nuove capitali e a nuovi sovrani legittimazione ed auctoritas; ma accanto a questo reimpiego more romano si diffusero anche altre e più modeste tipologie che hanno avuto nella cultura materiale del Medioevo un ruolo preponderante e meritevole d'analisi. In questa tradizione di studi vorrebbe collocarsi il nostro modesto contributo.

Brevi interventi, recensioni, resoconti di conferenze o più articolate indagini potranno forse fornire agli addetti ai lavori come ai cultori della materia qualche nuovo elemento o spunto per la ricerca.
Verranno presentate anche semplici notizie di cronaca locale, qualora possano suscitare interesse per casi sconosciuti o poco noti, stimolando ulteriori e più approfondite indagini. Grazie alla partecipazione di collaboratori dislocati sul territorio, speriamo di poter aggiornare costantemente il nostro spazio sulle iniziative relative all'archeologia medievale in Italia ed a Roma, dandoci come termine una scadenza bimestrale, necessaria per proporre in maniera organica i nostri contributi su una così vasta e complessa materia.  

Michela Nocita (sezione Reimpiego e riutilizzo del materiale antico), Francesca Zagari (sezione Archeologia della società medioevale)


SPOLIA ..... DI CLASSE

L'archeologia di Spolia in classe A; un riconoscimento bellissimo per la redazione, per l'archeologia classica, tardo-antica e medievale e per il mondo degli studi storici. Grazie all'impegno e alla determinazione di coloro che in questi anni hanno dedicato con fatica il loro tempo alla ricerca, la sezione della rivista ha continuato a vivere ottenendo visibilità e mantenendo sempre livelli alti di ricerca. Una chiara risposta alla pericolosa tendenza a dimenticare la storia, mistificandola e ridimensionando il valore del nostro passato, Perché la ricerca, historìe in greco, è un'attività che non può essere trascurata in una società civile e perché lo studio del passato è una scelta politica nel senso più alto del termine. Recuperare gli spolia per definire la nostra identità attuale; un otium che non perderemo mai il vizio di coltivare.

febbraio 2018, Michela Nocita

 

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