Sul campanile
della cattedrale di Gaeta in occasione dei nuovi restauri
Sono in corso
ormai da diversi mesi lavori di restauro al campanile della cattedrale
di Gaeta (LT), una delle maggiori realizzazioni romaniche del Meridione.
Lintervento, sollecitato dal distacco di alcuni frammenti dalle
cornici marcapiano, ha carattere prevalentemente conservativo ed è coordinato
dalla Soprintendenza per i beni ambientali ed architettonici del Lazio;
la direzione scientifica è affidata allarchitetto Licopoli.
Il campanile, costruito in massima parte nella seconda metà del XII secolo,
era un tempo strettamente connesso alla coeva cattedrale cui dava accesso
tramite la monumentale scalea interna 1. La chiesa romanica è stata successivamente
obliterata quasi integralmente dalla nuova cattedrale costruita nellultimo
decennio del XVIII secolo cosicchè la torre appare oggi isolata dalloriginario
contesto 2.
Iniziati nel 1148 sotto la direzione del marmorario Nicola di Angelo i
lavori per il campanile del Duomo si conclusero soltanto nel 1279 quando,
su disposizione del vescovo Maltacea, venne realizzato il coronamento
ottagonale con torrini angolari 3.
Impostata su un alto basamento a pianta quadrata costituito di grossi
blocchi calcarei, la torre si compone di tre piani e del coronamento per
unaltezza complessiva di 55 metri. Il basamento, realizzato prevalentemente
con materiali di spoglio, si apre nel lato frontale in un grande arco
ogivale ed accoglie allinterno lampia scalea di accesso al
transetto della chiesa alla cui struttura il campanile è congiunto nel
pianterreno. Il vano interno è coperto da volte a crociera che si spiegano
tra due grandi archi ogivali impostati su coppie di colonne antiche inframezzate
da pilastri. Ai lati della scalea sono collocati due sarcofagi romani
strigilati (a cassa quadrangolare e decorato con putti alati quello di
sinistra, a lhnovÇ con teste di leone e motivi vegetali laltro)
sormontati da lastre trapezioidali a bassorilievo, con Giona ingoiato
(a sinistra) e rigettato (a destra) dal pistrice, appartenenti allantico
ambone della cattedrale 4.
Attraverso una scaletta ricavata per intaglio nei blocchi calcarei si
accede al primo piano che presenta allesterno un paramento in laterizi
alleggerito su tre lati da slanciate bifore con capitelli di spoglio e
ripartito in due campi sovrapposti da un cornice intermedia a forte aggetto.
Quattro bifore con archetti a tutto sesto impostati su mensole e colonnine
con capitelli di spoglio caratterizzano invece il secondo piano privo
della cornice mediana e degli archivolti di inquadramneto ma impreziosito,
al di sopra delle aperture, da una ricca balaustrata a stelle ottagone
contigue sormontata da un motivo ad archetti intrecciati su esili colonnine
ed arricchiti da dischi verdi smaltati.
Un ricco cornicione a forte aggetto segna il passaggio al piano successivo
che presenta analoghe soluzioni per le bifore ma un diverso registro decorativo
con, al di sopra di una prima cornice, una sequenza di archetti ancora
impostati su colonnine ma rigirati nel vertice a formare circoli dove
trovano spazio vivaci scodelle maiolicate.
Una marcata cornice conclude il corpo della fabbrica ed introduce al ricco
coronamento nel quale «dalla forma quadrata della torre si passa a quella
ottagonale del torrino» 5.
Alle quattro facce dellottagono in asse con gli spigoli della torre
sono addossati torrini, coperti a botte, fittamente decorati di archetti
intrecciati con dischi maiolicati policromi, più sopra abbinati a losanghe
o in altre composizioni. Le rimanenti quattro facce del coronamento presentano
invece baldacchini con timpani rialzati impostati su bifore alle quali
sono raccordati da una cornice a denti di sega. «Il corpo centrale è a
sua volta concluso dal solito motivo ad archi tondi intrecciati tra i
quali sono inseriti bacili di brillante faenza, quasi tutti dipinti negli
orli e con rosoni verdi nel mezzo» 6.
Già ad un primo esame il campanile evidenzia la complessità dei programmi
strutturali e decorativi recepiti nel progetto. In proposito G. Fiengo
parla di «un eccezionale episodio di architettura romanica in cui sono
fuse esperienze spaziali tardoromane e bizantine accanto a temi islamizzanti»
7. Tale sincretismo ben si spiega nel periodo della dominazione normanna
durante il quale il campanile (1148-1174) venne realizzato 8. Entrata
da poco (1140) a far parte del regno di Ruggero II ma godendo al contempo,
in virtù dei numerosi privilegi concessi dai sovrani normanni, di una
sostanziale autonomia Gaeta aveva raggiunto in quegli anni una grande
prosperità fondata soprattutto sul commercio marittimo. In grado di competere
ormai con Pisa ed Amalfi per il controllo delle rotte mediterranee la
città cercava di manifestare anche nelledilizia monumentale lo status
conseguito.
E, come Pisa ed Amalfi, Gaeta cerco allora di suffragare il prestigio
e la potenza raggiunti anche attraverso il ricorso allAntico9. In
questo processo di celebrazione dello stato presente lAntico ebbe
anzi un ruolo che, anche letteralmente, si può definire fondamentale:
edificando i piani superiori della nuova torre campanaria su un basamento
costituito interamente di spoglie antiche si recepiva prepotentemente
lAntico (e la sua Auctoritas) a fondamento del nuovo. La concentrazione
dei materiali antichi nel basamento risponde inoltre ad una precisa volontà
di esibizione delle spolia collocate nei punti di massima visibilità (pareti
esterne del basamento) o di passaggio obbligato (ai lati della scalea
interna). Allo stato attuale delle ricerche è accertata una provenienza
locale per molti dei materiali reimpiegati: oltre 80 pezzi (tra frammenti
ed elementi) decorati o iscritti oltre ad un imponente numero di semplici
blocchi squadrati. Così per i numerosi elementi di fregio dorico (19 blocchi
per un totale di 28 metope e 32 triglifi) e per gli otto blocchi di architrave
a fasce che sono con ogni probabilità da attribuire al mausoleo gaetano
di L. Sempronio Atratino 10. Da questo sepolcro, del quale si conserva
ancora limponente nucleo (m. 36.30 di diametro) in opera cementizia
11, proviene anche il frammento di iscrizione monumentale L - ATRA(tinus)
(C.I.L. X, 6138) reimpiegato nel lato orientale del basamento. Non è escluso
che la medesima provenienza abbiano anche i conci calcarei (in tal caso
riferibili al paramento del mausoleo) utilizzati nei muri perimetrali
e nellinterno del basamento. L. Gasperini ha di recente riconosciuto
il nome di L. Munazio Planco in un frammento di lastra iscritta reimpiegato
nel lato orientale del campanile ipotizzando per il pezzo una provenienza
dalla villa gaetana dellimportante personaggio 12.
Dalla torre di Giovanni, Ipata di Gaeta, sulla riva sinistra del fiume
Garigliano provienne il cippo medievale iscritto (X secolo) in posizione
angolare nello spigolo tra facciata e lato occidentale della torre 13.
Incerta invece la provenienza di altri materiali architettonici ed in
particolare delle cornici e delle otto colonne reimpiegate nella facciata
e nel vano interno della fabbrica 14. La disposizione di queste ultime,
sebbene diverse per materiali, dimensioni e tipi, obbedisce a rigorosi
criteri di corrispondenza e simmetria. Sono così contrapposti, nelle quattro
coppie di sostegni, fusti, capitelli e basi perfettamente uguali anche
laddove (coppia di colonne esterne) si adottano soluzioni stravaganti
come il reimpiego di basi attiche capovolte in funzione di capitelli.
Questa attenta ricerca di omgeneità rientra a pieno titolo in quella «ripresa
più filologica degli ordini classici» che P. Pensabene ha evidenziato
come atteggiamento tipico del reimpiego in età normanna 15.
Anche nei lati esterni del basamento, dove il reimpiego assume forme più
libere e vicine al semplice riutilizzo di materiali, la prestigiosa presenza
dellAntico è immediatamente percepibile cosicchè il fenomeno, pure
comune a tanti coevi campanili campani (Capua, S. Angelo in Formis, Caserta,
Telese, Amalfi, Salerno), diviene elemento qualificante e distintivo della
torre gaetana.
Quantomai opportuno dunque lattuale intervento di restauro finalizzato
appunto alla conservazione dellimponente apparato decorativo sopra
ricordato. Consolidamento della cortina laterizia, delle cornici e delle
bifore nei piani superiori, pulitura ed interventi di ripristino dei materiali
antichi del basamento, protezione dellintera struttura tramite listallazione
di un parafulmine sono gli obiettivi programmatici del restauro voluto
dalla Soprintendenza.
E auspicabile che ai lavori, che dovrebbero concludersi entro lanno,
non manchino adeguati finanziamenti.
1 Sul campanile
in generale F. Colozzo-M.Di Marco-E.Vaudo, Il campanile del duomo di Gaeta,
Gaeta 1972 e G. Fiengo, Gaeta : monumenti e storia urbanistica, Napoli
1971, pp.75-85. Ibid. ulteriore bibliografia.
2 Per lantico duomo, edificato nel XII secolo sui resti della chiesa
di S. Maria del Parco, cfr. Fiengo, op. cit., p. 72 ss. Una navata parzialmente
conservata attesta una cospicua presenza di materiale di spoglio nella
cattedrale.
3 Per la cronologia della torre, rapportata allattività del suo
artefice, cfr. S. Ciccone, "Nicola di Angelo maestro marmorario a
Roma e nel Lazio (sec. XII)", in Lunario romano 1990, p. 25 ss.
4 Un breve accenno ai sarcofagi, che si ritengono rilavorati, in L. Luschi,
"Viterbo e i centri abbazziali del Lazio : primi risultati di unindagine
sui sarcofagi romani reimpiegati", in Marburger Winckelmann Programm
1983 (Colloquio sul reimpiego dei sarcofagi romani nel Medioevo -Pisa
5-12 September 1982), Marburg-Lahn 1984, p. 176 s.
5 Colozzo et alii, op. citata p. 74.
6 Fiengo, op. cit., p.82.
7 Ibid., p.77.
8 Per le vicende storiche di Gaeta durante il periodo della dominazione
normanna v. P.Corbo-M.Corbo, Gaeta la storia. Vol. II. Il libero comune
e la prevalenza guelfa: dallXI secolo alla fine delletà sveva,
pp.101-118.
9 Sul reimpiego in età normanna e sul ruolo che il fenomeno riveste nella
politica culturale del periodo v. P.Pensabene, "Contributo
per una ricarca sul reimpiego e il recupero dellantico
nel Medioevo. Il reimpiego nellarchitettura normanna", in R.I.N.A.S.A.,
s.III, 13 (1990), pp.5-138.
10 L. Sempronio Atratino (72-20 a.C.) -prefetto della flotta di M. Antonio
(38-34 a.C.), console (34 a.C.), generale di Augusto- è personaggio di
grande rilievo degli ultimi decenni della repubblica e dei primi anni
del principato.
11 I resti del sepolcro sono situati in località Atratina.
Pochi cenni degli studiosi sul mausoleo : solo sommarie descrizioni in
guide archeologiche, manuali e scritti di autori locali.
12 L. Gasperini, "Vecchie e nuove epigrafi romane di Gaeta",
in Formianum. Atti del convegno di studi sullantico territorio di
Formia, II-1994, Marina di Minturno 1995, pp. 14-16.
13 Per questo cippo v. S. Ferraro, Memorie religiose e civili della città
di Gaeta, Napoli 1903, p.129.
Sullerrata interpretazione fornita da questo autore, che identifica
la torre menzionata nelliscrizione col campanile gaetano, cfr. Fiengo,
op. cit., p. 84 e pp. 99-100, nn. 64-65. Cfr. anche Ciccone, op. cit.,
p. 28.
14 Una descrizione dellinterno del pianterreno è in W. Kronig, Il
duomo di Monreale e larchitettura normanna in Sicilia, Palermo 1966,
p. 182 s. (riportata in Fiengo, op. cit., p. 98, n. 58).
15 Pensabene, op. cit., p. 4.
Ringrazio Alessandra
Ghelli per le informazioni sul restauro del campanile.
Giuseppe Mesolella
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