Da un articolo
della dottoressa Paola Rendini nel volume "Relitti di Storia: archeologia
subacquea in Maremma" ho preso lo spunto per evidenziare la vita
del porto dell'isola del Giglio nel periodo tardo antico. I dati archeologici
ci permettono di constatare come l'isola del Giglio ed in particolare
l'area portuale furono oggetto di intensa attività dalla fine età del
Bronzo inizi età del Ferro 1 fino alle soglie del Medioevo.
Il porto attuale comprende i resti dell'antico molo romano 2, che vennero
inglobati in quello moderno nel 1795, quando il Gran Duca di Toscana,
Ferdinando III, diede inizio alla ristrutturazione dell'area.
La grande importanza assunta dall'isola nel corso dei secoli è dovuta
alla sua felice posizione geografica, infatti costituiva una tappa per
le grandi rotte di collegamento del Mediterraneo. Dai rinvenimenti della
"discarica portuale" sono emerse, per la tarda antichità, anfore,
intere e frammentarie, che ci permettono di individuare le tre più importanti
aree di produzione di questo periodo: Penisola Iberica, Africa Settentrionale,
Siria Settentrionale.
La Penisola Iberica è rappresentata da anfore del tipo ALMAGRO 51 A e
B di fabbricazione Betica, adibite al trasporto delle conserve di pesce,
prodotto per cui questa regione era stata la principale esportatrice in
occidente tra I° e II° sec. d.C., e dal tipo ALMAGRO 51 C, di probabile
origine Lusitana. La produzione attiva nel IV° e V° sec. d. C. ed il rinvenimento
di altri giacimenti sottomarini, dalle coste francesi e spagnole fino
a quelle sarde e alto laziali, testimoniano l'importanza e la grande diffusione
di questo tipo di anfore oltre all'importanza della rotta del Giglio per
l'importazione a Roma di prodotti iberici .
L'Area Africana è qui rappresentata dalla Zeugitana e dalla Bizacena (Tunisia
sett.). Le anfore rinvenute appartengono a due tipi principali:1. CONTENITORI
CILINDRICI DI MEDIE DIMENSIONI o del tardo impero, prodotti a partire
dal III° inizi IV° sec. d.C. e tipologicamente simili alle Africane I°
e II° 3. La loro produzione sembra terminare nel V° sec. d. C.;2.CONTENITORI
CILINDRICI DI GRANDI DIMENSIONI la cui produzione inizia nel V° sec. d.C.
e prosegue fino al VII° sec. Queste anfore erano adibite al trasporto
delle derrate africane (grano/olio) che rifornivano i mercati urbani dopo
che nel 328 d. C. la produzione egiziana fu riservata a Costantinopoli.
Il Mondo Orientale è rappresentato dal tipo più diffuso in occidente,
il LR 1; si tratta di una serie siro palestinese, area che a partire dalla
fine del IV° sec. d. C. diventa la maggior produttrice del Mediterraneo
di derrate liquide (vino). In particolare queste anfore vennero prodotte
nella regione di Antiochia e furono presenti fino alla fine del VI° sec.
d. C., quando cioè le merci orientali sembrano abbandonare progressivamente
i mercati occidentali.
1 Dall'area
di Campese provengono resti di intonaco di capanna e frammenti ceramici
lisci o con decorazione a cordoni incrociati. IX VIII sec. a. C.:torques
del tipo Wenderligen, caratteristici dell'Europa settentrionale; asce,
fibule ad arco, punte di lancia e pendagli con dischi a spirale sono caratteristici
della cultura dei campi d'urne. R. C. BRONSON - G. UGGERI, "Isola
del Giglio, Isola di Giannutri"in St. Etr. III VIII, 1970, p.201
sgg. M. BIZZARRI, "Un ripostiglio eneo nell'Isola del Giglio",
in St. Etr. XXXIII, 1965, p.515 sgg.
2 Il primo insediamento romano si fa risalire al III° sec. a.C. in località
detta "Saraceno". In questa stessa area venne costruita una
villa nel I° sec. a. C. che è denominata "del Saraceno", provvista
di una peschiera collegata all'area portuale. Fu in principio proprietà
della famiglia dei Domizi Aenobarbi e successivamente della famiglia imperiale.
La villa fu abbandonata in epoca imprecisata e nel IV° sec. d. C. le sue
strutture servirono da basamento per una piccola necropoli.
3 Anfore Africane I e II sono state ritrovate nel relitto di Giglio Porto,
a 38 m. di profondità, la cui presenza fu segnalata nel 1970 ma solo a
partire dal 1984, dopo una prima ricognizione nel 1982, scavato con campagne
periodiche nel 1986, 1987 e per finire quella conclusiva del 1988.
Bibliografia:
PANELLA, "Le anfore tardo antiche: centri di produzione e mercati
preferenziali", in GIARDINA, 1986, III p.251 sgg.; Relitti di storia:
archeologia subacquea in Maremma, a cura di M. G. Celuzza e P. Rendini;
Grosseto 1991.
Alessandra Ghelli
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