IL LIBRO Il libro manoscritto in epoca medievale è considerato un bene di lusso, alla stessa stregua di terreni, case, stoffe preziose, gioielli. Ma quanto vale il libro sui vari “mercati” italiani? Quali sono le caratteristiche fisiche, testuali e sociali che concorrono a costituire l’entità di tale valore? Quanto costa far allestire un libro “ex novo”? Quanto vengono pagati gli artigiani? Chi sono i committenti e in ogni caso chi finanzia l’iniziativa editoriale? A questi interrogativi cercano di rispondere i contributi presentati nel volume LIBER/LIBRA, che affrontano il problema “dalla parte del libro” e non dalla parte del mercato, cioè tornando alle fonti: lasciti testamentari, stime patrimoniali, atti di compravendita, documentazione archivistica prodotta dalle Universitates, dai tribunali giudiziari, ma anche e soprattutto i libri stessi pervenutici dal XII al XVI secolo e che portano testimonianza di vendita, pegno, stima, valutazione per prestito. Si delinea uno spaccato della società italiana tra Medioevo e prima età moderna popolata di ecclesiastici e Signori, notai e giuristi, medici e mercanti, ma anche artigiani e studenti, una società vista con una lente d’ingrandimento speciale e poco usata dalla storia dell’economia: il libro. GLI AUTORI Caterina Tristano insegna Paleografia latina presso la facoltà di Lettere e Filosofia in Arezzo dell’Università di Siena. Si interessa di storia del libro e della cultura scritta dall’età altomedievale all’Umanesimo; ha partecipato al progetto internazionale “Quanticod” promosso dal C.N.R.S. per la sezione Economia del libro. Francesca Cenni, laureata in Codicologia presso la Facoltà di Lettere e Filosofia in Arezzo, Università di Siena, sta terminando il dottorato di ricerca internazionale in Scienze del Libro presso la medesima Facoltà. Si interessa di storia del libro medievale con particolare attenzione al suo valore di “bene economico” studiato attraverso le fonti manoscritte e archivistiche. |