Accademia Vivarium Novum, Centro internazionale di studi classici della Magna Grecia - Scuola europea d'Alta formazione umanistica Perché i giovani e gli studiosi dell'Europa non rimangano atomi isolati e monadi senza finestre staccate le une dalle altre, bisogna ch'essi risalgano alle radici del pensiero europeo che, come diceva lo Snell, affondano nella cultura greca: in quella paidèia e quell'humanitas che ha nutrito lo spirito del nostro continente sin dall'antichità e che ha trovato in definitiva la sua più compiuta e più alta espressione nell'umanesimo europeo. È necessario che contro tutte le visioni smembrate e incoerenti del mondo, contro il soggettivismo e l'individualismo, contro la chiusura nel privato e la miseria del singolo nella sua quotidianità, si recuperi il senso di quell'umanesimo. Ognuno di noi, diceva bene lo Zielinski, ha due patrie: "la nostra patria nell'anima e nel corpo è per il russo la Russia, per il tedesco la Germania, per il francese la Francia: la patria del nostro spirito è per tutti noi l'Antico. Questa patria comune lega i popoli d'Europa con un vincolo superiore a ogni distinzione di nazione e di razza. È questa nostra identità di pensiero che ci rende possibile l'intenderci, mentre i popoli che non appartengono al mondo europeo, siano essi civili o no, né s'intendono fra loro né possono intender noi. Questo fatto, per quanto in piccola parte, pure è in qualche modo già entrato nella coscienza dei popoli; sempre più essi considerano l'Antico come la comune patria e venerano l'Italia e la Grecia quasi terre consacrate, e cercano, ognuno secondo le sue forze, d'assicurarsi là un tratto di terreno per ricerche e scavi." Ma per esser realmente produttivo e risolutorio dello stato di stallo della nostra cultura, l'Antico e il Classico non devono esser norma del nostro presente, come nel deteriore classicismo dei laudatores temporis acti, ma seme e germe da svilupparsi nel nostro futuro. Bisogna che chi coltiva la tradizione umanistica e classica miri innanzi e non indietro; "ché, se la quercia sprofonda le radici nel terreno, non è ch'essa voglia crescere all'indietro in seno alla terra, ma perché dalla terra essa trae la forza per potersi levare al cielo, per poter superare tutte l'erbe e le piante, che solo dalla superficie traggon forza alla loro vita. L'Antico non deve servir di norma: esso dev'essere un'energia vitale della civiltà moderna." Il vero umanesimo, quello che nella sua forza civile e culturale ha gettato le fondamenta dell'Europa (e non è un caso che il più famoso dei programmi di scambi tra i giovani studenti delle università europee sia intitolato a Erasmo da Rotterdàm) va oggi languendo, soffocato dalla tecnocrazia e dalle bottegaie logiche del mercato. Ma se si vuole che realmente i giovani del futuro acquistino una coscienza profonda di cosa sia e cosa abbia rappresentato lo spirito europeo, la rinascita dell'umanesimo è non solo un compito importante, ma un dovere assoluto degli Stati del nostro continente. L'Europa, prima che mercato comune, è cultura comune, sviluppata e fondata su un comune pensiero, che è sorto presso i greci, è stato sviluppato e incrementato dai romani con la forza del diritto, e s'è nutrito poi di quella visione del mondo per la quale, diceva il Croce, quali che siano le nostre convinzioni, non possiamo non dirci cristiani. Queste tre radici del pensiero classico e umanistico europeo si fondono e si intrecciano più che mai nel territorio di quella che un tempo fu detta la "Magna Grecia". Lì i coloni greci portarono i semi della madrepatria e svilupparono le grandi scuole filosofiche pitagorica ed eleatica e raggiunsero una straordinaria prosperità e un altissimo livello culturale già nel tempo in cui Roma cominciava a uscire dalla barbarie; lì fu Pitagora, lì Parmenide, lì Zenone, lì Filolao, lì Archita, lì Ocello, lì Plotino. Roma si nutrì di quella cultura, che attinse a piene mani, e a sua volta comunicò a quei territori i suoi ordinamenti giuridici, la sua concretezza, e mescolò alla greca la sua lingua che sarebbe diventata nei secoli il veicolo della cultura europea. Il cristianesimo vi penetrò profondamente, ma assimilandone le forme precedenti, e creando una prima forma d'umanesimo nel monastero di Vivarium fondato da Cassiodoro, e nelle sedi del monachesimo bizantino; e questa tradizione rimase ininterrotta, passando attraverso il medioevo fecondo di studi e di personaggi di primo piano, l'età umanistica e rinascimentale, che ha visto operare in quelle regioni uomini come il Bessarione, letterati come il Pontano, filosofi come il Bruno e il Campanella. Lo spirito della Magna Grecia ha animato dotti, amanti di sapienza e giuristi del Mezzogiorno d'Italia, come il Doria, il Vico, il Filangieri, il Pagano; ed è sopravvissuto fino alla scuola del Croce. È dovere dunque degli Stati d'Europa promuovere e alimentare, proprio in quella Magna Grecia che rimane simbolicamente come il luogo fisico che incarna quella patria dello spirito degli europei ch'è l'Antico e il Classico, un centro internazionale per gli studi classici e un istituto d'alta specializzazione per gli studi umanistici. |