Il Laboratorio internazionale sulla musica vocale sacra del Medioevo, ideato e condotto da Alia Musica di Parma, lancia una nuova iniziativa che si svolgerà dalla fine di marzo sino ai primi di dicembre, e coinvolgerà una trentina di musicisti provenienti da tutta Europa. Il progetto è decisamente insolito ed ambizioso: l’esecuzione integrale della “Messa di Notre Dame” di Guillaume de Machaut (1364), la prima Messa polifonica dovuta interamente ad un unico autore che la storia della musica ricordi. Composta probabilmente per l’incoronazione di Carlo V il Saggio, la Messa è considerata uno dei più grandi capolavori della cosiddetta ars nova francese ed in generale una delle vette più alte della musica europea del Trecento, quasi una sorta di “Divina Commedia” in musica. Nonostante il suo valore artistico e la grandissima importanza storica, la Messa di Notre Dame viene eseguita ed incisa molto raramente, e non soltanto per la distanza culturale che ci separa dalla cultura musicale del Trecento, ma anche per i grossi problemi di lettura e di decodifica che il sistema di notazione dell’ars nova francese pone all’interprete di oggi. Quasi tutte le esecuzioni e le incisioni realizzate in tempi moderni sono state condotte sulla base di trascrizioni nella notazione contemporanea approntate dai musicologi: un metodo certamente comodo, e scientificamente attendibile (lungi da noi la seppur minima critica alla musicologia!); ma un metodo che, togliendo all’interprete il contatto diretto con il testo originale, limita molto la sua possibilità di prendere decisioni, di effettuare scelte interpretative, di cogliere tutto lo spessore del testo musicale che intende far rivivere. Ed è proprio qui la novità proposta dal Laboratorio di Alia Musica: il lavoro di studio e di preparazione della Messa verrà condotto in gran parte sul testo originale, naturalmente fornendo ai partecipanti gli strumenti che consentano loro di decodificare la scrittura di Machaut. Abbiamo parlato di questa particolare impostazione con Claudia Caffagni, una delle quattro fondatrici dell’Ensemble laReverdie, nonché ideatrice e “conduttrice” del Laboratorio: “E’ quanto si fa ormai da anni un po’ in tutta la musica antica: oggi nessun interprete si può più permettere di eseguire la musica del passato prescindendo da un confronto con il testo originale. Nel caso di Machaut, però, e non solo in quello, la difficoltà di affrontare un sistema di notazione complesso e profondamente diverso dal nostro ha sempre fatto sì che gli interpreti si affidassero al lavoro dei musicologi, senza “sprecare del tempo” per ripercorrere il percorso che quelli già avevano fatto. Ma è proprio questo il lavoro dell’interprete! Leggere, entrare in contatto con la scrittura dell’autore, assumersi la responsabilità di decidere a favore di questa o di quella “lettura” nei casi in cui il testo non offra una sola possibilità di “traduzione”. E’ una strada più lunga, e certamente più faticosa: ma è anche l’unica che io personalmente trovo oggi percorribile, se vogliamo che quelle musiche tornino ad essere oggetti vivi, e non semplici reperti d’archivio”. Il Laboratorio, che si terrà a Fontevivo (PR) nella splendida cornice dell’Ex Collegio Maria Luigia, avrà inizio il 23 di marzo e si articolerà in cinque sessioni di lavoro, per un totale di oltre 150 ore. Stanno già pervenendo le prime adesioni, dall’Italia come da altri paesi europei; ma le iscrizioni sono ancora aperte, e chi abbia voglia di cimentarsi in un’esperienza di questo livello, coniugando strettamente il lavoro musicologico con quello interpretativo, ha ancora la possibilità di saltare sul treno di quest’avventura, che si prospetta esaltante ancor prima di aver avuto inizio. Tutte le informazioni sul Laboratorio e sulle modalità di iscrizione si possono trovare in internet, all’indirizzo: www.aliamusica.net/corsoreverdie/. |