Dipartimento di Studi sul Medioevo e Rinascimento - Sezione di Paleografia "Luigi Schiaparelli" - Seminari di Paleografia 2004 Programma 10 febbraio 2004, ore 15 Gilda Mantovani (Biblioteca Civica di Padova) Sulla tecnica dell'imposition, Padova, fine XI - inizi XII secolo. Si illustra la testimonianza offerta da una pergamena datata 1026, sul verso della quale sono chiaramente leggibili, nonostante la successiva rasura, brani della liturgia della settimana santa ripartiti in quattro specchi di scrittura e disposti sul supporto in modo tale da presupporre inequivocabilmente la costruzione del fascicolo secondo la tecnica dell'imposizione alla maniera tipografica. Si trattò, in realtà, di un tentativo mal riuscito, e perciò immediatamente abbandonato: condizioni, queste, che resero possibile la riutilizzazione del supporto per altro fine. Il frammento, proveniente dall'archivio del monastero benedettino di S. Pietro, offre inoltre motivo per un'analisi paleografica e diplomatistica. 30 marzo 2004, ore 15 Lorenza Melli (Kupferstich-Kabinett Dresden & Kunsthistorisches Institut di Firenze) Le iscrizioni sui disegni di Stefano da Verona e l'ipotesi 'Feliciano'. Il gruppo di disegni concordemente attribuiti al pittore Stefano da Verona mostra la significativa presenza di scritte a penna quattrocentesche di vario contenuto insieme ad un crittogramma recentemente riconosciuto come 'signum tabellionis' di Felice Feliciano. Partendo dal foglio del Museo di Dresda si compie un'analisi delle evidenze tecniche e del rapporto tra scritta e figurazione per riconsiderare il problema della provenienza antica. 27 aprile 2004, ore 15 Paolo Cherubini (Università di Palermo) Il numero: un elemento di disturbo. Ipotesi per contribuire allo studio della mercantesca. Com'è noto, la pubblicazione del Liber abaci di Leonardo Fibonacci determinò una rivoluzione nella pratica aritmetica, in particolare all'interno del mondo dei mercanti. L'adozione delle cifre indo-arabe, però, non fu accettata immediatamente nella prassi corrente e, comunque - nonostante gli indubbi vantaggi che derivavano dalla tecnica di eseguire operazioni in colonna e, di conseguenza, dall'invenzione dello 'zero' - esse furono utilizzate per lo più 'per numerare', più raramente per 'far di conto'. In particolare nella società mercantile, e per prima proprio a Firenze all'inizio del secolo XIV (seguita a breve distanza da altre città dell'Italia centrale), ne fu vietato l'uso nella contabilità aziendale: un divieto, il cui effetto è possibile riscontrare ancora nei primi decenni del XV. Già in precedenza - all'inizio del secolo XI, ad esempio nella Francia settentrionale - l'adozione delle cifre indo-arabe aveva incontrato enormi resistenze per il fatto che esse provenivano da una cultura non cristiana. Nel tardo medioevo fiorentino, e italiano, però, il motivo è tutto mercantile e si concretizza nell'ambiguità grafica di queste cifre molto maggiore di quella delle cifre romane (e quindi nel rischio falso contabile). All'interno della scuola d'abaco nacquero e si diffusero quindi tecniche per isolare le cifre indo-arabe ed evidenziarle in modo da neutralizzarne il tasso d'ambiguità, contribuendo di conseguenza con ogni probabilità a creare i presupposti per la definizione della scrittura insegnata nella scuola. 18 maggio 2004, ore 15 Carlo Tedeschi (Università di Chieti) Contributo dell'epigrafia allo studio delle scritture insulari Come è noto, i più antichi codici insulari si collocano cronologicamente fra la fine del VI e gli inizi del VII secolo. Tuttavia, un cospicuo corpus di epigrafi databili fra il V e il VII secolo e localizzate nei territori celtici della Gran Bretagna - Galles, Inghilterra sud-occidentale, Scozia meridionale, isola di Man - consente di formulare alcune ipotesi circa il processo di formazione della maiuscola e della capitale decorativa insulare. Tutti i seminari, salvo diversa indicazione, si tengono presso la Sezione di Paleografia del Dipartimento di Studi sul Medioevo e Rinascimento, Piazza Brunelleschi nr. 4, 50121 Firenze, tel. 055-2756801. Per informazioni rivolgersi ai proff. Teresa De Robertis (teresa.derobertis@unifi.it) e Stefano Zamponi (stefano.zamponi@unifi.it). Antonella Ghignoli |