Rivista di Filologia Cognitiva. An international online journal devoted to cognitive philology, edited by Paolo Canettieri, Anatole Pierre Fuksas I più recenti e innovativi sviluppi nel campo degli studi testuali, linguistici e filologici mostrano vari ed evidenti aspetti di intersezione e sovrapposizione con le scienze della comunicazione e le scienze cognitive. La configurazione linguistica del discorso comporta dinamiche di elaborazione e rielaborazione testuale che delineano percorsi e sistemi di trasmissione del senso, ma denotano anche significative evidenze rispetto ai modelli di organizzazione dei processi cognitivi. In particolare, si direbbe che le scienze del testo consentano di formulare ipotesi piuttosto originali circa la funzione evolutiva del ritmo e del metro, i sistemi di acquisizione e rievocazione dei contenuti memoriali, le modalità di trasmissione dei testi scritti e orali, i processi di classificazione delle conoscenze, la natura selettiva del discorso narrativo, la pertinenza delle associazioni semantiche nell'elaborazione delle mappe cognitive. E non solo. Siamo convinti che un confronto aperto tra gli indirizzi delle ricerche linguistiche e filologiche di carattere testuale, quelli della ricerca sperimentale in campo psicologico, nonché quelli della produzione di sistemi d'intelligenza artificiale possa dar luogo a convergenze di metodo e di merito certamente proficue e probabilmente innovative per tutti i campi contemplati. Gli «Interventi» pubblicati nel primo numero della rivista inquadrano da un punto di vista molto generale i campi principali della disciplina: poetica, narratologia, linguistica testuale e semantica. L'intervento di Paolo Canettieri ipotizza una funzione adattiva, e più in generale evolutiva della metrica, generalmente ascritta al campo delle componenti estetiche dei prodotti testuali tanto dai filologi (Paul Zumthor), quanto dai cognitivisti (Steven Pinker). Quello di Anatole Pierre Fuksas delinea una teoria selezionistica del racconto, intesa e spiegare il polimorfismo del romanzo volgare attraverso la sua tradizione medievale, e più in generale a ribaltare la concezione istruzionistica dei processi di elaborazione del racconto, generalmente condivisa dai narratologi. Delineando morfologia e statuto della rappresentazione digitale del testo letterario, e in particolare della sua variantistica, Domenico Fiormonte ragiona sul concetto stesso di testo e sulle sue implicazioni cognitive. Julián Santano Moreno spiega l'attinenza semantica tra i campi della scrittura e dell'aratura in ordine ad un'accezione cognitiva della metafora: l'attivazione di frames contigui implica meccanismi associativi di carattere analogico, sostanzialmente riconducibili a fenomeni di categorizzazione percettiva di tipo visivo. Luca Nobile indaga l'organizzazione linguistica dei sistemi categoriali primari quali propriocezione, alterità, deissi spaziale, possesso, individuando una diretta corrispondenza tra le geometrie articolatorie del sistema vocalico e la semantica dei morfemi monosillabici. Tra i «Punti di vista» ospitiamo un intervento dedicato ai rischi derivanti dall'aspirazione ricostruttiva indirizzata alla restaurazione delle forme originarie, tanto nell'ambito della filologia testuale, quanto in quello della biotecnologia. Le «due culture» rischiano di rimanere vittima d'una stessa chimera, scambiando il prodotto dell'indagine per il suo oggetto. Nella sezione delle «Letture» riproponiamo in edizione «anastatica digitale» le due lezioni di Ugo Angelo Canello pubblicate nel 1882 con il titolo Letteratura e darwinismo. Si tratta di un testo di difficilissima reperibilità che rappresenta probabilmente il massimo contributo della filologia romanza al dibattito sulle implicazioni ecologiche del testo. In un accostamento improbabile quanto esemplare e programmatico, a scopo didattico e divulgativo pubblichiamo contestualmente la traduzione dell'articolo di John R. Searle su la mente e la macchina, che fa seguito e completa quello del 1980, rimasto celebre per il famoso «argomento della stanza cinese». Tra le «Recensioni» pubblichiamo alcune riflessioni su La Storia sociale della conoscenza di Peter Bourke, particolarmente pertinente rispetto ai ragionamenti sul rapporto tra processi cognitivi, testo e tecnologia svolti nell'ambito di vari contributi della sezione «Interventi». Nello spazio dedicato al «Laboratorio di Filologia Cognitiva» presentiamo una ricerca in corso sul rapporto tra Mappe testuali e mappe cognitive e proponiamo una serie di incontri seminariali intesa ad elaborare una base di ragionamento circa le implicazioni cognitive, psicologiche, antropologiche, comunicative delle scienze testuali. |