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Santità, culti, agiografia. Temi e prospettive, a cura di Sofia Boesch Gajano, Roma 1997

E’ stato pubblicato per i tipi della Libreria Editrice Viella di Roma il volume: "Santità, culti, agiografia. Temi e prospettive", a cura di Sofia Boesch Gajano, Roma 1997. Il volume contiene gli Atti del I Convegno di studio dell’Associazione italiana per lo studio della santità, dei culti e dell’agiografia, svoltosi a Roma nei giorni 24-26 ottobre 1996 ed è uscito contemporaneamente al II Convegno dell’Associazione (AISSCA), svoltosi a Napoli nell’ottobre 1997 e dedicato al tema: "Scrivere di santi", i cui Atti sono in corso di stampa. Nella presentazione del volume ad opera di Sofia Boesch Gajano, presidente dell’Associazione e curatrice dello stesso volume, viene fatto cenno all’origine e ai fini dell’AISSCA. Nata nel 1995 da lunghe esperienze di ricerca individuali e collettive, l’Associazione si è proposta come "strumento per lo sviluppo di un indirizzo della ricerca che, forte di un’illustre e imponente tradizione solidamente radicata nella grande impresa e nell’ininterrotta attività dei Bollandisti, è divenuto negli ultimi decenni un settore tra i più innovativi della storiografia, campo privilegiato di ricerche pluridisciplinari, luogo di confronto tra interessi e metodi di discipline diverse". Il volume rappresenta il primo frutto dell’attività scientifica promossa dall’ AISSCA e riflette una duplice esigenza. Al suo interno, infatti, la necessità di una riflessione generale sui principali indirizzi storiografici, metodologici e tematici delle ricerche in campo agiografico degli ultimi decenni si fonde con una fruttuosa attenzione verso nuovi approcci e nuove prospettive cronologiche e geografiche, che si pongono come validi stimoli per ulteriori riflessioni. I numerosi saggi ad opera di studiosi provenienti da percorsi scientifici diversi sfuggono l’insidia della mancanza di unitarietà attraverso le comuni finalità, rivolte ad un attento esame delle potenzialità connesse allo studio dell’agiografia e ad una marcata attenzione alle nuove possibili implicazioni del termine "agiografia", alla sua ridefinizione come disciplina, alla sua identità dal punto di vista dell’oggetto e dei metodi. Il volume è diviso in tre sezioni, che pur essendo indicative dell’impostazione e degli interessi prevalenti, non costituiscono compartimenti stagni, ma, caratterizzate tutte da una dimensione diacronica e multidisciplinare, sono attraversate da una serie di fili rossi di fondo e da una comune attenzione alle fonti, considerate nella loro mutevole identità. La prima sezione, Cronologia e geografia, è aperta dal saggio di Francesco Scorza Barcellona (Dal tardo antico all’età contemporanea e ritorno: percorsi scientifici e didattici nella storiografia agiografica), che delinea una sintesi sull’evoluzione dei percorsi scientifici e didattici della storiografia agiografica, evidenziando come gli ultimi decenni siano risultati centrali per il rinnovamento degli studi agiografici, ma anche, sul piano più propriamente istituzionale, accademico e didattico, per l’istituzione di cattedre della disciplina agiografica e la recente istituzione di un dottorato di ricerca in "Agiografia: fonti e metodi per la storia del culto dei santi". Nel saggio è poi sottolineata l’importanza dell’agiografia contemporanea, il cui studio costituisce un’osservatorio privilegiato della società. Nella sezione è sviluppato, quindi, un confronto storiografico tra periodi e ambiti geopolitici diversi e sono messi in luce gli scambi intercorsi e quelli possibili, le costanti intersezioni tra persistenze e innovazioni, continuità e trasformazione, sincronia e diacronia. L’interesse costituito dai problemi relativi allo studio di una diversa cristianità o di regioni non cristiane, con una marcata attenzione alle articolazioni all’interno del mondo cristiano, alle altre religioni e alla problematica dei "confini" tra contesti culturali e religiosi differenti, si concreta in particolare nella riflessione sulla storia della santità e dell’agiografia in lingua slava, con riferimento specifico ad alcune delle principali realtà della tradizione slavo-ortodossa, come la Bulgaria e la Serbia (Krassimir Stantchev, Agiografia e agiologia nella tradizione slavo-ortodossa). Il contributo di Denise Aigle, (Les miracles en Islam médiéval: des classifications des hagiographes aux typologies des historiens) è dedicato alle stimolanti prospettive aperte dal confronto con il mondo islamico, con un’attenzione particolare alle caratteristiche peculiari della sua concezione della santità e alle differenze, ma anche ai parallelismi, tra la tradizione cristiana e islamica, soprattutto riguardo al fenomeno del miracolo e alla terminologia relativa. La sezione si concentra quindi più specificamente sul periodo moderno, con il saggio di Simon Ditchfield, (Ideologia religiosa ed erudizione nell’agiografia dell’età moderna), e si conclude con un acuto approfondimento sulla santità contemporanea da parte di Giacomo Martina, (Osservazioni sullo studio della santità contemporanea).

Nella seconda sezione, Scritture e immagini, è posta in evidenza la centralità del tema delle fonti agiografiche e l’attenzione è incentrata sui principali problemi legati alla scrittura agiografica, ai rapporti tra scrittura agiografica e scrittura biografica, all’identità stessa del testo agiografico scritto, alle sue trasformazioni, riscritture, traduzioni, volgarizzamenti e ai problemi connessi con l’individuazione delle tipologie, l’inventariazione, l’edizione e l’interpretazione. (Vera Von Falkenhausen, Problemi di traduzione di testi agiografici nel Medioevo: il caso della passio sancti Erasmi;Laurence Moulinier, Vitae latines et volgarizzamento: l’exemple de la Vie de Hildegarde en français). Ampio spazio è poi dedicato alle fonti iconografiche e visive (Anna Vlaeska Stantcheva, La venerazione dei regnanti nella tradizione benedettina. A proposito delle fonti di un affresco veronese). Sono quindi affrontati alcuni nodi tematici: la circolarità delle relazioni tra testi scritti e immagini, con particolare riferimento ai referenti narrativi e a quelli visuali, iconografici e reali, per l’analisi e l’interpretazione delle immagini relative alla santità (Aline Rousselle, Image et texte. Aller et retour); l’importanza delle immagini nella mistica tardomedioevale (Alessandra Bartolomei Romagnoli, Fabula picta. Le forme visive del linguaggio mistico); il rapporto tra immagini e devozione attraverso la riflessione sulle immagini di devozione, che permettono un rapporto immediato con il sacro, o perché lo raccontano attraverso un nucleo narrativo che permette a chi le osserva di collegarle ad un evento eccezionale, o perché lo contengono, traendo la loro sacralità soprattutto dal loro rapporto con gli oggetti concreti, le reliquie che hanno al loro interno (Genoveffa Palumbo, Immagini e devozione. Gli antichi modelli delle immagini di devozione tra predicazione e missione); le caratteristiche originali delle apparizioni mariane contemporanee (Medjugorie, Civitavecchia), nelle quali la tecnica e i mezzi di comunicazione giocano un ruolo fondamentale nella comunicazione dell’evento miracolistico e istituiscono nuovi nessi nel rapporto tra apparizione mariana e devoti (Emma Fattorini, Immagine e comunicazione del miracolo in età contemporanea). Nella prospettiva dell’individuazione di nuovi ambiti e percorsi di ricerca degli studi agiografici rispetto all’immagine e alle arti visive, il saggio di Franco Faeta, (Qualche appunto sulle immagini e la santità in un contesto popolare moderno) pone in evidenza il contributo che l’approccio antropologico può offrire nell’identificazione e nello studio di altre fonti;  riguardo al rapporto tra immagine, rappresentazione e santità e al complesso sistema di visualizzazione e specularizzazione del sacro, che si dispiega e trova un suo campo di realizzazione e di performatività all’interno del rito e del culto. La terza sezione, Carismi, canonizzazioni, devozioni, prospetta nuovi percorsi nel rapporto tra costruzione della santità (intesa come percorso esistenziale, autopromozione, consenso sociale), riconoscimento ufficiale e pratiche cultuali. Nella sezione trova spazio un’attenzione approfondita al "significato delle forme di santità e del culto rivolto a personaggi considerati santi per mezzo di osservatori incrociati: la teologia e le credenze, le esperienze spirituali e i carismi, il rapporto tra corpo e spirito, tra vita e morte, tra codificazioni legislative e pratiche devozionali, tra individui e società" (p.10). Franco Cardini, Il pellegrinaggio in Terrasanta. Temi e problemi.; D. Rigaux, Par la grace du pinceau. Canonisation et image aux derniers siècles du Moyen Age; L Skomorochova Venturini, Santità e agiografia in Russia (sec. XI-XVII); M. Pliukhanova, Il miracolo dei cefalofori alla luce della tradizione agiografica russa; J.M. Salmann, Sainté et société; P. Scaramella, Fonti agiografiche e fonti inquisitoriali: il caso dei santolilli napoletani; M. Caffiero, Santità, politica e sistemi di potere; S. Manganelli, Un caso di santità contemporanea. Impostazione di una ricerca tra antropologia e storia.

Umberto Longo

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