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Antonello Fabio Caterino, Per uno status quaestionis degli studi sull’Eroticon di Tito Vespasiano Strozzi

 

Abstract

The article seeks to reconstruct the studies on the Eroticon of Tito Vespasiano Strozzi, collecting the bibliography on the subject and emphasizing the need for a new critical edition, duly commented.

 

Tito Vespasiano Strozzi (Ferrara, 1424-1505) fu un celebre umanista e poeta di corte sotto Borso e Leonello d’Este. La sua fama è prevalentemente legata a due opere: l’Eroticon, una raccolta elegiaca strutturata – nella sua redazione finale – in nove libri e la Borsias, un poema epico encomiastico dedicato al duca Borso d’Este.
L’Eroticon, in particolare, fu oggetto di una vicenda editoriale piuttosto complessa: dopo varie fasi redazionali a quattro, otto e nove libri, fu rimaneggiato da Aldo Manuzio dopo la morte del poeta, e trasformato nella sezione paterna di Strozii poetae pater et filius (Venezia 1513, consultabile in Google Books).
Manuzio agì con ogni probabilità in maniera antologica, eliminando arbitrariamente ciò che riteneva poco utile ai fini della pubblicazione. Riordinò anche le elegie, creando una sezione apposita per epigrammi e testi di corrispondenza (questi ultimi confluiti nei due libri degli Aelosticha).
La diffusione di tale opera fu immediata: ben presto uscì a Parigi una ristampa anastatica dell’aldina, presso i tipi di Simone Colineo, nel 1530, sempre in Google Books, a dimostrazione della rapida diffusione della sua opera.
Tito Strozzi fu un umanista latino di straordinaria abilità, capace di attingere e dal repertorio elegiaco classico, e dal repertorio topico petrarchesco. Come dimostrano molti suoi testi poetici di dedica o corrispondenza (Pico della Mirandola, il Panormita, Giano Pannonio etc.), tenne rapporti con gran parte degli intellettuali del suo tempo.
Fu fondamentale per la rinascita delle lettere latine (specialmente sul versante bucolico-elegiaco) nella sua Ferrara, come dimostrano i tributi di suo nipote Boiardo e del celebre Ludovico Ariosto, nonchè oggetto di citazioni ed omaggi poetici da numerosi umanisti del tempo (Girolamo Balbi, Marcantonio Aldegati, Gaspare Tribraco, Guarini).
L’Eroticon, dunque, è un testo imprescindibile per chiunque si addentri nella letteratura rinascimentale italiana in lingua latina. Ma allo stato attuale dei lavori, non sembrerebbe essere a disposizione dei lettori in una forma ottimale.
È possibile leggerlo in edizione critica in DELLA GUARDIA A., Tito Vespasiano Strozzi: poesie latine tratte dall’Aldina confrontate coi codici, Modena, Blondi & Parmeggiani, 1916, consultabile all’interno del progetto Poeti italiani in lingua latina (a cura di Paolo Mastandrea, Manlio Pastore Stocchi, Roberta Cervani e Alberto Cavarzere). Il lavoro non si distingue certamente per precisione, ed abbonda di refusi ed errori. Eppure è l’unico testo di riferimento consultabile, oltre le due edizioni di cui si è parlato.
Sarebbe opportuna una nuova edizione critica dell’Eroticon, corredata di commento e di ricchi apparati filologici. Sarebbe indispensabile anche uno studio accurato della fonti (petrarchesche e classiche).
Neppure gli studi sull’Eroticon abbondano. Allego una prima bibliografia, che ben può delineare un iniziale punto della situazione.
Una sostanziale continuità degli studi sull’argomento caratterizza la ricerca di Charlet-Mesdjian, che ringrazio per avermi suggerito bibliografia aggiornata.
Al momento, però, non è prevista – per quanto ne sappia – alcuna nuova edizione dell’Eroticon.

ANTONELLO FABIO CATERINO

 

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